Le cause reali degli incendi boschivi: l’impatto dell’uomo e l’alibi dell’autocombustione

I terreni arsi dalla siccità, il caldo intenso e i venti secchi dall’entroterra alimentano una delle più gravi emergenze incendi della storia recente della Sicilia. Nelle ultime quattro settimane oltre 2000 roghi hanno divorato circa 13.000 ettari di territorio, mettendo a repentaglio l’incolumità pubblica e le strutture di numerose aziende. Un’emergenza che mette a nudo tutti i problemi del sistema-Sicilia ed evidenzia incontrovertibilmente un disegno criminale ai danni di questa terra. Il protagonista è molto spesso l’uomo, che sfrutta le condizioni atmosferiche favorevoli alla diffusione dei roghi.

Addentriamoci nella questione incendi e approfondiamone le possibili cause. E’ davvero possibile appellarsi agli eventi naturali e all’ormai abusata ‘autocombustione’? Una valida spiegazione a riguardo ci viene fornita direttamente dal Corpo Forestale dello Stato.

Il triangolo del fuoco è il termine usato per rappresentare visivamente il processo chimico fisico della combustione. lati dell'ipotetico triangolo rappresentano i tre elementi necessari per la combustione: il combustibile (qualsiasi sostanza capace di infiammarsi,organica o inorganica), il comburente (usualmente l'ossigeno) e la fonte d'innesco (l'apporto di calore). Quando uno dei tre elementi della combustione viene a mancare, questa non avviene o se già in atto, si estingue
Il triangolo del fuoco è il termine usato per rappresentare visivamente il processo chimico fisico della combustione. I lati dell’ipotetico triangolo rappresentano i tre elementi necessari per la combustione: il combustibile (qualsiasi sostanza capace di infiammarsi,organica o inorganica), il comburente (solitamente l’ossigeno) e la fonte d’innesco (l’apporto di calore). Quando uno dei tre elementi della combustione viene a mancare, questa non avviene o se già in atto, si estingue.

Gli INCENDI NATURALI si verificano molto raramente e sono causati da eventi propri della natura e quindi inevitabili, come i fulmini e le eruzioni vulcaniche. Nel primo caso i roghi si verificano prevalentemente nelle zone montane, nelle quali gli alberi conducono con facilità le scariche elettriche. I fulmini appiccano il fuoco al legno dell’albero o alla lettiera, spesso in zone impervie. In presenza di eruzioni vulcaniche gli incendi si originano quando la lava incandescente entra in contatto con la vegetazione infiammabile. Non è certamente il caso siciliano: non è in atto alcuna eruzione e, purtroppo, piogge e temporali latitano ormai da giugno.

Gli INCENDI COLPOSI O INVOLONTARI sono causati da comportamenti umani non finalizzati alla specifica volontà di arrecare danno. La colpa si configura quando si opera con negligenza, imprudenza o imperizia, spesso in violazione di norme e regolamenti. Le cause colpose sono sintetizzate in tre gruppi, in ordine di rilevanza:

  1. Attività agricole e forestali
    Il fuoco viene largamente impiegato per bruciare le stoppie, per distruggere i residui vegetali provenienti da lavorazioni agricole e forestali, per rinnovare i pascoli e gli incolti. Purtroppo tali operazioni vengono effettuate in aree in cui le superfici agricole sono contigue a boschi ed incolti che costituiscono facile preda del fuoco e in periodi che, per ragioni climatiche, coincidono spesso con quelli di maggior rischio per gli incendi boschivi.
  2. Abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi
    Cerini e mozziconi di sigarette abbandonati o lanciati imprudentemente lungo i sentieri, le piste forestali, le strade rotabili e le linee ferroviarie possono cadere sull’erba secca o altri residui vegetali presenti e provocare l’innesco del fuoco anche per effetto degli spostamenti d’aria provocati dai veicoli o dal vento.
  3. Attività ricreative e turistiche, lanci di petardi e razzi, uso di apparecchi di vario genere, bruciature di rifiuti in discariche abusive, cattiva manutenzione di elettrodotti.
  4. Una quota di incendi colposi si origina da bruciature di rifiuti in discariche abusive, eventualmente presenti in prossimità o all’interno delle aree boscate. Tali incendi possono interessare estese e significative aree boscate, con danni al paesaggio e all’equilibrio idrogeologico e problemi di ordine igienico e sanitario.
  5. Sono compresi in questa classe anche gli incendi provocati da scintille – che si originano dall’attrito degli impianti frenanti dei treni sui binari  e da variazioni di tensione sulle linee elettriche o rottura e conseguente caduta al suolo di conduttori di impianti ad alta tensione.

Gli INCENDI DOLOSI O VOLONTARI esprimono la deliberata volontà di arrecare danno al bosco e all’ambiente. Le cause dolose sono sintetizzate in tre gruppi:

  1. Ricerca di un profitto
    Spesso gli incendi dolosi derivano dalla previsione errata che le aree boscate distrutte dal fuoco possano essere utilizzate successivamente a vantaggio di interessi specifici, connessi alla speculazione edilizia, al bracconaggio, all’ampliamento della superficie agraria. In altri casi essi sono riconducibili alla prospettiva di creare occupazione nell’ambito delle attività di vigilanza antincendio, di spegnimento, di ricostituzione boschiva.
  2. Proteste e risentimenti
    La seconda tipologia di motivazioni degli incendi dolosi comprende le manifestazioni di protesta e risentimento nei confronti di privati o della Pubblica Amministrazione e dei provvedimenti da essa adottati, quali l’istituzione di aree protette. In altri casi si tratta di azioni volte a deprezzare aree turistiche, o ancora da ricondurre a problemi comportamentali, quali la piromania e la mitomania.
  3. Cause dolose non definite
    Le cause dolose non definite sono quelle riconducibili sicuramente ad atti volontari ma non classificabili con certezza secondo il fine perseguito dall’autore, per la mancanza di precisi ed oggettivi riscontri.

Gli INCENDI DUBBI sono quelli per i quali non è possibile l’attribuzione certa di una causa.

Ma cos’è realmente e quale ruolo assume la tanto citata AUTOCOMBUSTIONE?

Tecnicamente si ha autocombustione (o accensione spontanea) nel caso in cui si verifichi la combustione di un certo combustibile senza l’applicazione di sorgenti esterne di ignizione. Si riscontrano dUe tipi di concause: processi di autoriscaldamento (che danno avvio al fenomeno) ed elementi al contorno (che ne permettono l’evoluzione).

Il fenomeno può verificarsi principalmente in fieni ammucchiati od insilati umidi. In questa condizione il fieno, sottoposto ad una determinata pressione, può surriscaldarsi per l’ossidazione dei suoi composti (idrocarbonati). Questo surriscaldamento crea il presupposto per lo sviluppo ed il riprodursi della flora batterica termofila capace di produrre temperature tali (60-70 gradi) da avviare, al contatto con l’ossigeno (a seguito di accumulo di calore per mancanza di dispersione ed emissione di gas autossidabili), il processo di combustione. Tali condizioni (grossi cumuli di sostanza organica, con alto contenuto di umidità, sviluppo di fermentazioni biologiche idonee a sviluppare alte temperature) molto difficilmente si possono riscontrare nei nostri boschi, a causa dell’aridità, delle caratteristiche intrinseche del clima mediterraneo e dell’assenza di ammassi vegetali di spessore sufficiente.

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Andrea Bonina
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Il blog di MeteoBronte è a cura di Andrea Bonina, laureato in Geologia presso l’Università di Catania. Nel 2014 è stato consulente del Comune di Bronte in materia di meteorologia.