Dicembre 1949: l’eruzione dell’Etna che spaventò Bronte
L’eruzione lampo che minacciò Bronte bruciandone alcuni boschi, tra cronache dell’epoca e celebrazioni religiose storiche
L’eruzione lampo che minacciò Bronte bruciandone alcuni boschi, tra cronache dell’epoca e celebrazioni religiose storiche
Nel cuore del Mongibello, a quota 3300 metri. I crateri sommitali dell’Etna, il nuovo pit-crater sull’orlo della Voragine con forti emissioni di gas incandescente a centinaia di gradi, le acri fumarole solfuree e la colata lavica che, nel mese di maggio, ha riempito fino all’orlo la Bocca Nuova per poi traboccare e discendere il versante occidentale del vulcano
4 dicembre indimenticabile alle pendici dell’Etna. Il vulcano attivo più alto d’Europa continua a regalare uno spettacolo mozzafiato dalla Voragine, stavolta addirittura con due parossismi nella stessa giornata. Il reportage da Bronte
È stata una notte straordinaria sull’Etna. L’attività eruttiva ha raggiunto l’apice tra le 3 e le 4, con fontane di lava dalla Voragine alte fino a un chilometro. Non accadeva dal 1999. La nube piroclastica ha oscurato i cieli del messinese; segnalate ricadute di cenere sul versante nord-est, nell’area di Linguaglossa e persino nello Stretto, a Reggio Calabria.
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