Il Monte Barca a Bronte: storia di un antico cono vulcanico

Monte Barca a Bronte
Il Monte Barca, nel territorio comunale di Bronte. Foto: bronteinsieme.it

IL MONTE BARCA A BRONTE: STORIA DI UN ANTICO CONO VULCANICO

A pochi passi dal centro abitato i segni di un’attività datata 28.000 anni fa

Non c’è brontese che non conosca il Monte Barca, posto a pochi metri dalla Strada Statale 284 di fronte al Cimitero di Bronte e celebre per la particolare forma che, appunto, richiama quella di un’imbarcazione. La sua morfologia deriva dalla presenza di tre bocche esplosive allineate lungo la frattura eruttiva. Poiché la bocca centrale era meno attiva delle altre due, gli estremi del cratere allungato nel senso della frattura sono cresciuti di più rispetto alla parte centrale. Il cratere ha quindi assunto le sembianze di un grosso barcone da pesca. Il curioso monte che si scorge andando in direzione Adrano-Catania è, dunque, un cono vulcanico risalente – secondo una serie di datazioni radiometriche tramite isotopi di Argon – a circa 28 mila anni fa. Sebbene oggi ricoperto da una fitta vegetazione, va considerato a tutti gli effetti come un cratere laterale estinto, un cono di scorie nato da una risalita di magma a 15 km di distanza dal cratere sommitale (fase dell’Ellittico) favorita dalle strutture tettoniche ivi presenti. L’interazione tra il magma ad altissima temperatura e le falde acquifere presenti nel sottosuolo diede luogo ad una forte attività esplosiva. Oltre alle esplosioni freato-magmatiche, con emissione di lapilli, bombe vulcaniche e più generalmente di prodotti piroclastici, si assistette anche ad una debole od al più moderata attività stromboliana, con emissione di piccole fontane di lava ed una colata lunga circa 1 km. A rivelarlo è uno studio pubblicato nel 2008 da un gruppo di ricercatori catanesi, con a capo il Vulcanologo INGV Stefano Branca.

UNA PICCOLA RIFLESSIONE…

Il Monte Barca sorge ad un’altitudine compresa tra i 500 ed i 700 metri, raggiunge i 758 m.s.l.m, ed è uno dei numerosi coni vulcanici monogenici (in grado di dar luogo ad un solo evento eruttivo) a bassa quota presenti nell’area etnea, al pari di Monte Minardo e dei Monti Rossi di Nicolosi. Una volta in più, questi studi ci ricordano come l’Etna sia un complesso vulcanico in continua evoluzione e che troppo spesso l’uomo, in modo avventato, sottovalutando il pericolo, abbia edificato ed invaso aree particolarmente delicate del territorio.

Andrea Bonina

© MeteoBronte

 

 

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Il blog di MeteoBronte è a cura di Andrea Bonina, laureato in Geologia presso l’Università di Catania. Nel 2014 è stato consulente del Comune di Bronte in materia di meteorologia.

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