La Bronte del ‘700 tra pastorizia, personaggi illustri ed il culto per Santa Rosalia in un’opera semi-sconosciuta di un frate Cappuccino. | di Andrea Bonina – 10 dicembre 2014
Grazie ad un’opera di un frate, Padre Giovanni dei Cappuccini, conosciamo ulteriori dettagli sulla storia antica di Bronte. Nella “Storia di Castrogiovanni”, scritto risalente con tutta probabilità alla prima metà del XVIII secolo, il frate Cappucino descrive con dovizia di particolari diverse località siciliane, Bronte compresa. Dal ritratto emerge una città votata alla pastorizia, ricca di materie prime e nobilitata da personaggi di grande ingegno. Interessanti i cenni al culto di Santa Rosalia e di San Felice di Cantalice, dapprima sotto la Diocesi Monreale e successivamente sotto quella di Palermo; sarebbero stati proprio i santi a proteggere miracolosamente Bronte da una terribile eruzione (presumibilmente quella del 1651, ndr).
Interessanti anche i riferimenti ad Adernò (Adrano, ndr), Biancavilla e Troyna (Troina, comune dell’ennese, ndr)
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