Il Simeto torna ad esondare dopo il rovinoso episodio del 22 febbraio. Danni ingenti ai frutteti, bovini travolti dalla piena improvvisa. Alla base dello straripamento i nubifragi dell’ennese, ma scoppia un “caso” sulla diga di Ancipa. Il VIDEO del “the day after”
di Andrea Bonina, 19/03/2015 – © MeteoBronte
Hibernum horribilis per l’agricoltura brontese. A distanza di tre settimane dall’ultimo episodio, il Simeto è tornato ad esondare nel pomeriggio di martedì 17 marzo; un violento flusso di acqua e fango ha travolto le eccellenti coltivazioni di pesche e pere alle pendici occidentali del vulcano, con danni per centinaia di migliaia di euro. Alla base della piena lampo del fiume, già in precedenza contraddistinto da una notevole portata a causa delle persistenti piogge invernali (surplus di oltre il 70%), i nubifragi che hanno investito l’ennese e, più in generale, il bacino del Simeto (si veda l’avviso di condizioni meteorologiche avverse per Bronte e hinterland). I dati dell’Osservatorio delle Acque mettono ben in evidenza l’entità delle precipitazioni, che hanno assunto prevalente carattere temporalesco: in meno di 6 ore sono caduti 67 l/m² nel territorio di Troina, 53 l/m² ad Agira e 24 l/m² a Cerami; valori più contenuti a Bronte centro (15 l/m²), ma via via crescenti proseguendo verso ovest. Tra le concause – stando a quanto trapelato nelle ultime ore – l’apertura delle paratie della diga di Ancipa, un bacino artificiale posto a monte dei territori di Troina e Cerami. Sul Simeto sarebbero stati rilasciati 10 metri cubi d’ acqua al secondo, con ulteriore aggravio della già sovrabbondante portata del fiume. Lo zero termico elevato, durante i fenomeni non inferiore ai 1800-2000 metri, ha ulteriormente contribuito ad esacerbare la situazione, con ulteriori carichi d’acqua provenienti dalle precipitazioni a monte e dalla parziale fusione del manto nevoso alle quote medio-alte. L’onda di piena, sopraggiunta nelle prime ore serali, è divenuta inevitabile.
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