Terremoto del Centro Italia: 6.0 o 6.2? Chiarimenti sulla magnitudo e sul quadro legislativo

terremoto

di ANDREA BONINA · 28/08/2016

Un aiuto alle popolazioni terremotate
Un aiuto alle popolazioni terremotate

Lo sciacallaggio post-terremoto non si limita alle razzie nelle abitazioni gravemente danneggiate dal sisma, ma si estende tristemente a siti Internet e social network. Sull’onda emotiva della tragedia del Centro Italia, dopo le assurde teorie sui terremoti artificiali e sui campi elettromagnetici indotti, l’ultima follia dei complottisti in rete è rappresentata da fantomatiche manipolazioni del dato della magnitudo da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Mentre si scava tra le macerie, la bufala gira in diverse forme ma il messaggio è sempre lo stesso: «la magnitudo del terremoto che ha colpito il Centro Italia è 6.2, ma il dato diffuso dai media è 6.0 perché una legge del governo Monti fissa a 6.1 la soglia oltre la quale lo Stato è tenuto a sostenere il risarcimento danni per i cittadini». Il governo, secondo i complottisti, avrebbe quindi convinto i sismologi italiani a modificare il dato per non sborsare neanche un euro a supporto dei terremotati. Si ripete la stessa stomachevole bufala che seguì i tragici eventi del terremoto dell’Aquila del 2009 e dell’Emilia del 2012.

 

IL DDL MONTI CHE INTRODUCEVA LE ASSICURAZIONI PRIVATE E’ STATO SOPPRESSO

Le speculazioni si basano sul decreto legge n.59 del 15 maggio 2012 con cui il governo Monti ha riorganizzato la Protezione Civile. L’articolo 2 del decreto «al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali» escludeva «l’intervento statale, anche parziale, per i danni subiti da fabbricati». Tale articolo, che di fatto apriva le porte alle assicurazioni private anche per il rischio sismico, è stato soppresso con la legge n.100 del 12 luglio 2012. Ed infatti, nel 2013 Monti firmava il decreto per garantire la copertura finanziaria al 100% dei danni subiti dagli immobili durante il terremoto.

 

LA DIFFERENZA SOSTANZIALE TRA SCALA RICHTER E SCALA MERCALLI

E’ bene sottolineare che il risarcimento dei danni non ha alcuna correlazione con la magnitudo del terremoto, ma si basa sugli effetti macrosismici. La grandezza di un terremoto, infatti, si misura con due valori diversi: la magnitudo e l’intensità.

La magnitudo (ideata nel 1935 dal famoso sismologo statunitense Charles F. Richter) stima l’energia elastica sprigionata dal terremoto. Ogni volta che la magnitudo sale di una unità l’energia aumenta non di una, ma di circa 30 volte. In altre parole, rispetto a un terremoto di magnitudo 1, un terremoto di magnitudo 2 è 30 volte più forte, mentre uno di magnitudo 3 è 30 per 30 volte, cioè 900 volte più forte.

L’altro modo per misurare un terremoto è secondo la sua intensità. Ad essere presi in esame qui sono gli effetti sull’ambiente, sulle cose e sull’uomo. Se la magnitudo di un certo terremoto è solo una, l’intensità invece può cambiare da luogo a luogo, secondo gli effetti sul territorio e sulle persone. L’intensità di un terremoto viene espressa con la scala Mercalli, dal nome del sismologo italiano che, all’inizio del XX secolo, diffuse a livello internazionale la classificazione dei terremoti secondo gli effetti e i danni che producevano. Questa scala macrosismica, successivamente modificata da Cancani e Sieberg (MCS), si compone di dodici gradi: più alto è il grado, più disastroso è il terremoto.

Ad esempio, un terremoto di magnitudo 8 — caratterizzato da un enorme rilascio di energia — può comportare effetti completamente diversi su un determinato territorio in base alla distanza dall’epicentro, alla profondità dell’ipocentro, al contesto geografico, al tipo di suolo, al livello di urbanizzazione ed allo stile costruttivo: l’intensità sulla base della Scala MCS sarà probabilmente vicina al grado zero in un’area desertica e crescente in un territorio urbanizzato, fino a divenire prossima o superiore al X grado laddove le costruzioni non rispettano le norme antisismiche.

Mentre la magnitudo Richter calcola l’energia sprigionata da un terremoto su base strumentale e ne esprime dunque la grandezza in termini assoluti, la Scala Mercalli (con successive modifiche) misura gli effetti del sisma sul territorio.

 

TERREMOTO DI MAGNITUDO 6.0 O 6.2? FACCIAMO CHIAREZZA

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L’apertura della versione online del New York Times nelle ore immediatamente successive al terremoto del Centro Italia

Chiarito che non esiste nessuna legge che regoli i risarcimenti sulla base della magnitudo di un terremoto, come si spiega la discrepanza tra il dato calcolato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e quello diffuso da diverse testate giornalistiche estere a partire da altri enti di ricerca?

Come riporta il National Geographic Channel in un’interessante intervista al sismologo Alessandro Amato, la prima stima della magnitudo fornita dalla Sala Simica dell’INGV di Roma è la magnitudo Richter o magnitudo locale ML; si tratta di un procedimento di calcolo piuttosto rapido, sulla base dell’ampiezza del terremoto sui sismogrammi, particolarmente preciso ed affidabile per i sismi di piccola e media grandezza, anche leggermente più energetici di quello che ha interessato il Centro Italia. Per i grandi terremoti ben al di sopra della magnitudo 6.0, come quelli che hanno colpito il Cile o il Giappone, non viene usata la magnitudo Richter ma da subito la magnitudo momento Mw, una metodologia di calcolo più raffinata e complessa che tiene in considerazione uno spettro di frequenze più ampio e che può restituire risultati lievemente differenti. La non corretta comprensione delle differenze tra i due diverse variabili genera frequentemente confusione nella stampa generalista.

L’INGV, per altro, oltre alla magnitudo locale ha successivamente calcolato anche la magnitudo momento, riscontrando un’assoluta coincidenza dei risultati (6.0 secondo entrambe le metodologie), a conferma della bontà del procedimento. In questo caso, a parità di metodologia di calcolo, lo scostamento di due decimi (6.0 vs 6.2) rispetto ad altri enti esteri potrebbe essere attribuibile ai differenti dati di partenza ed all’utilizzo di un diverso modello di propagazione delle onde sismiche; in particolare, l’INGV elabora i dati della rete sismica nazionale, registrati entro poche centinaia di chilometri dall’epicentro, e li riproduce attraverso un modello tarato sulle caratteristiche del territorio italiano. Il risultato, dunque il valore della magnitudo, tende ad essere più realistico rispetto a quello di altri istituti, che sfruttano dati provenienti da diversi centri europei o mondiali e li riproducono su un modello meno specifico per quanto riguarda le particolarità del territori.

Resta inteso, comunque, che i valori della magnitudo presentano un’intrinseca incertezza di ±0.3 sulla base dei diversi set di dati presi in esame: in altri termini, l’effettiva magnitudo del terremoto potrebbe oscillare tra 5.7 e 6.3.

 

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Andrea Bonina
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Il blog di MeteoBronte è a cura di Andrea Bonina, laureato in Geologia presso l’Università di Catania. Nel 2014 è stato consulente del Comune di Bronte in materia di meteorologia.

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