Fine settimana favorevole agli sport invernali sull’Etna: domenica le temperature più miti, sotto nubi innocue. Insidie africane da lunedì | di Andrea Bonina, 14/03/2015 – © MeteoBronte
Inizia all’insegna di un ampio soleggiamento l’ultimo weekend della stagione invernale alle pendici dell’Etna. Nella notte appena trascorsa, sotto un cielo stellato ed un notevole effetto albedo, a Piano Provenzana la temperatura minima è scesa fino a -4.8°C (stazione MeteoSicilia). Le condizioni meteorologiche attese e l’abbondante manto nevoso dovrebbero garantire una consistente affluenza turistica verso gli impianti sciistici del vulcano attivo più alto d’Europa. Secondo quanto si apprende dalle rilevazioni Meteomont, la neve raggiunge i 142 cm di altezza a Monte Conca (1864 mslm, versante Nord) ed i 108 cm al Rifugio Sapienza (1958 mslm, versante Sud). Nelle ore prossime ore, tra la tarda mattinata ed il primo pomeriggio, ci attendiamo un graduale incremento della nuvolosità, ma senza fenomeni degni di nota. Tra la sera e la notte le correnti in quota tenderanno a ruotare dai quadranti sudoccidentali, con il richiamo di correnti più miti ed umide dal Nord Africa. Temperature in sensibile aumento e di diversi gradi superiori allo zero nella giornata di domenica, con cielo solcato da nubi innocue in prevalenza alte e stratificate. La quota dello zero termico si porterà fin oltre i 2500-2600 metri, rendendo più pesante il manto nevoso.
PROSSIMA SETTIMANA – Per gli appassionati di scii e snowboard sarà bene sfruttare al meglio questo weekend: nel corso della prossima settimana, infatti, umide ed assai miti correnti meridionali, a tratti associate a fronti perturbati, potrebbero danneggiare parzialmente il manto nevoso, quantomeno alla base degli impianti. Già lunedì, secondo le ultime elaborazioni dei modelli matematici, potrebbe piovere ad alta quota, prima di un nuovo calo termico nella giornata successiva; seguirebbe un’altalena termica caratterizzata da qualche picco mite considerevole. La primavera – calendario alla mano – incombe, e l’Africa comincia lentamente a scaldare i motori.
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