Maltempo e problemi di smaltimento delle acque piovane: quando un acquazzone può rivelarsi disastroso

di ANDREA BONINA

Nuova stagione, vecchi problemi. Con l’arrivo della prima perturbazione di settembre, puntuali tornano ad allagarsi diversi centri siciliani. Nel pomeriggio di ieri i temporali hanno interessato gran parte della Sicilia centro-orientale, apportando diffusi allagamenti e notevoli disagi alla circolazione. Le maggiori criticità sono state riscontrate sul versante nord-orientale dell’Etna ed a Siracusa, dove il villaggio Miano è stato letteralmente sommerso dal fango; ha sfiorato il bis del primo settembre l’hinterland di Adrano, da dove proviene la goliardica, ma eloquente, foto-copertina dell’articolo scattata da Agatina Scalisi. E se a Linguaglossa e Piedimonte ha piovuto in modo cospicuo (40-60 mm) seppur senza connotati di eccezionalità, negli altri casi non si è andati oltre dei semplici acquazzoni temporaleschi, intensi ma brevi, con apporti non superiori ai 30-40 mm. I dati meteorologici non giustificano in alcun modo gli enormi disagi che hanno colpito migliaia di cittadini siciliani.

allagamenti a Siracusa
Allagamenti a Siracusa: alluvionato il villaggio Miano

Emerge, una volta in più, l’inadeguatezza generale dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche, un campanello d’allarme in vista dell’incipiente semestre autunno-inverno, notoriamente il più piovoso dell’anno e con potenzialità pluviometriche certamente ancora maggiori rispetto agli eventi delle ultime ore. Quando piove, le città diventano pericolose a causa di tre problematiche fondamentali: progettazione urbanistica dissennata, carente manutenzione e scarso senso civico della popolazione.

Le distese selvagge d’asfalto hanno diminuito sensibilmente il potere drenante del suolo, già dipendente dalle intrinseche caratteristiche geologiche: le acque meteoriche faticano ad essere assorbite dai terreni (per altro privati della vegetazione) e tendono a defluire su una superficie quasi impermeabile, innescando il fenomeno del ruscellamento. Il problema è ancora più grave laddove sono stati invasi interi alvei fluviali e tombati fossi e canali. Le piogge non conoscono i vincoli urbanistici e le vie cittadine: si incanalano, pertanto, lungo i pendii seguendo i punti di massima pendenza in barba ai limiti antropici, con gli effetti alluvionali più o meno gravi ormai tristemente noti.

Tombini e caditoie si mostrano spesso inadeguati nel convogliare le acque meteoriche alla rete fognaria, talvolta per una progettazione infelice e per un numero esiguo di impianti, più frequentemente per la totale mancanza di manutenzione, riempiti di terra, cicche di sigaretta e rifiuti di vario genere. E qui subentra il terzo fattore già menzionato: lo scarso senso civico, l’impudenza di chi assimila la res publica ad una discarica a cielo aperto.

Sollecitiamo le amministrazioni ad un pronto intervento. Si tratta, oggi più che mai, di una problematica di prioritaria importanza che mette a repentaglio l’incolumità pubblica. Non vogliamo altre Giampilieri, non possiamo accettare di attraversare strade trasformate in torrenti in piena in caso di temporali e di dover fronteggiare sistematiche alluvioni ad ogni perturbazione. Il ‘fenomeno pioggia’, d’altra parte, non lo scopriamo oggi: nasce 3 o 4 miliardi di anni fa, nel Precambriano, giusto qualche era geologica prima dei nostri centri urbani.

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Andrea Bonina
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Il blog di MeteoBronte è a cura di Andrea Bonina, laureato in Geologia presso l’Università di Catania. Nel 2014 è stato consulente del Comune di Bronte in materia di meteorologia.

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