Etna, 16 agosto 2016: uno sguardo ai crateri sommitali ed al nuovo ‘pit-crater’ [VIDEO]

di ANDREA BONINA

Nel cuore del Mongibello, a quota 3300 metri. I crateri sommitali dell’‪Etna‬, il nuovo pit-crater della Voragine con forti emissioni di gas incandescente, le acri fumarole solfuree e la colata lavica che, nel mese di maggio, ha riempito fino all’orlo la Bocca Nuova

L’Etna, con la sua prorompente dinamicità, non finisce mai di stupire. Nello scorso mese di maggio i crateri sommitali sono tornati in attività, con una sequenza eruttiva culminata con due episodi di intensa attività stromboliana al Cratere di Nord-Est (NEC) nella notte del 22-23 maggio, e alla Voragine (VOR) fra il pomeriggio del 24 maggio e la sera del 25 maggio. Proprio la breve attività del Cratere Voragine aveva riempito fino all’orlo l’adiacente Bocca Nuova (BN), provocando un vero e proprio stravolgimento morfologico dell’area sommitale ed un trabocco lavico sul ripido versante occidentale. Tra il 24 e il 25 maggio la colata lavica ha raggiunto rapidamente i 1800-1900 metri di quota per poi raffreddarsi rapidamente per assenza di alimentazione, regalando uno spettacolo mozzafiato e senza alcuna conseguenza agli abitanti dell’hinterland di Bronte.

 Nelle settimane successive, il vulcano non ha mostrato alcuna attività fino a metà luglio, quando si sono osservate deboli emissioni di cenere dalla bocca eruttiva apertasi il 25 novembre 2015 sull’alto fianco del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC). Tali emissioni sono continuate, in maniera discontinua, fino ai primi di agosto.

Nella serata del 7 agosto, si sono osservati dei bagliori alla Voragine prodotti da attività esplosiva intracraterica di bassa intensità, i cui prodotti non hanno superato l’orlo craterico. Sorpresa: l’attività della VOR è correlabile all’apertura di un nuovo ‘pit-crater‘, un piccolo cratere a pozzo dal quale si osserva una forte e costante degassazione ad alta temperatura.

Il video che vi mostriamo è stato girato il 16 agosto in area sommitale, ad un’altitudine di 3300 metri, dal cratere Bocca Nuova: in evidenza la forte degassazione dal pit crater che si colloca sul bordo orientale della Voragine; molto attive anche le fumarole, con intermittenti emissioni di gas solfurei che conferiscono al paesaggio la tipica colorazione giallastra.

 

PER APPROFONDIRE: CENNI SUI CRATERI SOMMITALI DELL’ETNA

L’Etna è il vulcano più grande dell’Europa e tra i vulcani più attivi del mondo. Le sue eruzioni avvengono sia in sommità, dove attualmente si trovano quattro crateri, sia dai fianchi, fino ad altezze di poche centinaia di metri sopra il livello del mare. I quattro crateri sommitali sono: la Voragine e la Bocca Nuova, che si sono formate all’interno del Cratere Centrale rispettivamente nel 1945 e 1968, il Cratere di Nord-Est, che esiste dal 1911 che è attualmente il punto più alto dell’Etna (3330 m), e infine il Cratere di Sud-Est, nato nel 1971, che recentemente è stato il più attivo dei quattro crateri. Questa configurazione contrasta notevolmente con quella di circa un secolo fa, quando in cima all’Etna si trovava il solo Cratere Centrale.

ino a tempi recenti, l’Etna veniva considerato un vulcano prevalentemente effusivo, cioè caratterizzato soprattutto dall’emissione di colate laviche. Esse possono causare danni materiali ma non rappresentano una minaccia diretta per la vita delle 900 mila persone che vivono nelle zone potenzialmente a rischio. Tuttavia, studi recenti hanno rivelato che questo vulcano risulta capace di dar luogo anche ad una attività fortemente esplosiva, come l’eruzione pliniana del 122 A.C.. Più recentemente si è osservato, soprattutto dalla fine degli anni 70, un forte incremento di episodi eruttivi esplosivi soprattutto ai crateri sommitali. Questo si è dimostrato in modo notevole durante le eruzioni sommitali del 1995-2001, con circa 150 episodi di fontane di lava (anche conosciuti come parossismi) e ancora una volta negli ultimi anni, a partire da gennaio 2011, con più di 40 parossismi, la maggior parte delle quali ha generato alte colonne di gas e cenere.

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Andrea Bonina
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Il blog di MeteoBronte è a cura di Andrea Bonina, laureato in Geologia presso l’Università di Catania. Nel 2014 è stato consulente del Comune di Bronte in materia di meteorologia.

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