Benvenuto all’inverno di El Niño: istruzioni sulle previsioni stagionali


Con dicembre inizia ufficialmente l’inverno di El Niño, tra mille ipotesi e pochissime certezze. Fino a che punto hanno senso le previsioni stagionali? Istruzioni per l’uso

Autore: Andrea Bonina
Difficoltà del contenuto: ◎◉◉ – media

Subito una premessa: non siete dinnanzi al solito articolo sulle previsioni stagionali. Non vi prometto né un Natale in spiaggia con 25°C né, tantomeno, l’ondata di gelo più forte dalla comparsa dell’uomo sul Pianeta. Per queste “profezie” che poco hanno a che fare con un approccio scientifico, vi rimando ad una semplice ricerca su Google oppure ad un comodo quarto d’ora sui social network. Potrete sbizzarrirvi.

Le tendenze stagionali hanno più e più volte palesato enormi limiti di affidabilità. Ogni anno, per ogni stagione, si susseguono articoli e proiezioni estremamente variegati e discutibili, con esiti spesso poco edificanti. Gli approcci in materia, solitamente, sono due: uno modellistico, l’altro empirico.

Nel primo caso, i meteorologi analizzano gli output (ovvero i risultati) derivanti dai modelli fisico-matematici sulle anomalie termiche, pluviometriche, bariche e di geopotenziale attese nel trimestre di riferimento. Sebbene esistano modelli sperimentali in grado di calcolare alcuni parametri meteorologici giorno per giorno a distanza di diversi mesi, ma con un’affidabilità al momento praticamente nulla, un’analisi equilibrata deve fondarsi sullo studio delle configurazioni sinottiche più probabili a grande scala nel corso della stagione. In altre parole, si tenta di capire dove si disporranno gli anticicloni, quale sarà l’intrusività delle perturbazioni atlantiche, come evolverà il Vortice Polare alle quote troposferiche e dove, eventualmente, colpiranno con più insistenza le saccature fredde. La modellistica numerica a riguardo viene sviluppata da alcuni enti prestigiosi come CPC, ECMWFMet OfficeNASA e NCEP. Non rientra nel campo della Scienza la previsione specifica di un evento atmosferico su una singola località o regione a settimane o mesi di distanza. Ad esempio, non esiste alcun metodo scientificamente provato in grado di tracciare una tendenza anche solo lontanamente affidabile per una città come Roma per Capodanno con un mese di anticipo. Logiche commerciali a parte.

Un secondo approccio alle previsioni stagionali è, come anticipato, di tipo empirico. In larga parte si studiano – e si confrontano statisticamente –  gli schemi di circolazione ciclici (in gergo, le teleconnessioni atmosferiche ed oceaniche)  che comportano effetti specifici sull’andamento meteorologico e climatico su aree più o meno ampie della Terra. Un campo di ricerca, quello degli indici teleconnettivi, relativamente giovane ed in via di approfondimento, che offre ancora scarse garanzie in termini di affidabilità in ambito previsionale. Le analisi dei previsori possono condurre a risultati drasticamente differenti: spulciando tra i vari siti meteorologici e navigando sui forum, è possibile leggere decine e decine di previsioni divergenti le une dalle altre in base al peso attribuito alle diverse teleconnessioni.

El Nino
Le anomalie termiche causate da El Nino. In evidenza le temperature delle acque del Pacifico, di 3/5°C superiori alla norma.

 

Ma entriamo nel vivo della stagione 2015-2016. E’ assodato: sarà l’inverno di El Niño. Il fenomeno, quest’anno di tipo Major, identifica un intenso riscaldamento delle acque del Pacifico orientale, fino a 3/5°C al di sopra dei valori normali, che può protrarsi dai 12 ai 18 mesi. L’acqua calda, di solito confinata nel Pacifico occidentale, si espande al Pacifico tropicale, fino a cingere un quarto della circolazione terrestre. La “Piscina Calda” del Pacifico riesce a stravolgere la circolazione atmosferica equatoriale e innesca la soppressione degli Alisei. Mentre gravi fasi siccitose accompagnate da vasti incendi possono flagellare Indonesia e Australia, piogge torrenziali interessano il Perù e l’Ecuador. Per effetto dello sconvolgimento delle correnti si assiste alla variazione del livello del mare sul Pacifico occidentale nell’ordine di qualche decina di centimetri; gli effetti sulle coste pacifiche possono ripercuotersi persino sulla pesca a causa delle oscillazioni del termoclino e dunque dell’apporto di sostanze nutrienti in seno alla circolazione marina.

El Niño può innescare variazioni della circolazione atmosferica a grande scala, influenzando pesantemente il clima di vaste porzioni della Terra. Tuttavia non è ancora del tutto chiara l’influenza indiretta di tale fenomeno in Europa, che per altro deve essere considerato in associazione ad altre variabili climatiche (tra i tanti indici possiamo citare, nel caso di specie, PDO+ e IOD+).

Previsioni stagionali inverno 2015-2016
CFS – NCEP | Anomalia della Temperatura a 2m prevista nel trimestre invernale

 

Alcuni tra i più importanti modelli climatici prevedono anomalie termiche positive sul Mediterraneo nel trimestre dicembre-gennaio-febbraio, in gran parte associate ad un deficit di precipitazioni. Sia ECMWF che NCEP mettono in risalto una notevole invadenza dell’anticiclone delle Azzorre sull’Europa centro-occidentale. Tali proiezioni, verosimili ma non infallibili, vanno interpretate con i giusti accorgimenti.

Un inverno mediamente più caldo (o se volete meno freddo del normale), piuttosto probabile in piena epoca di Global Warming, non esclude a priori la possibilità di occasionali incursioni di aria fredda sulle regioni mediterranee in concomitanza con l’elevazione dell’alta pressione sul vicino Atlantico, specie nella seconda parte della stagione, quando fisiologicamente si assiste al rallentamento del Vortice Polare.

D’altra parte la climatologia della Sicilia e del Sud Italia in genere ci suggerisce come, anche in inverni mediamente miti e contraddistinti da numerose giornate soleggiate, possano verificarsi almeno due o tre episodi freddi associati a nevicate a quote collinari o di bassa montagna, solitamente concentrati tra fine gennaio e la prima decade di marzo, quando la circolazione europea diventa più dinamica e si creano presupposti favorevoli a scambi di calore lungo il verso dei meridiani, tra le alte e le basse latitudini. Che sia abbastanza raro avere inverni senza alcuna nevicata sulle località montane dell’Etna, dei Nebrodi e delle Madonie è, di fatto, una non notizia. Come parimenti assume carattere di eccezionalità la neve lungo la gran parte delle coste siciliane.

Carta della nevosità media del Sud Italia
Carta della nevosità media del Sud Italia

 

E allora, suvvia, non lasciamoci trascinare dai titoloni altisonanti e dal crescente clamore mediatico. Resistiamo al bombardamento di chi, con dogmatica certezza, vuole “venderci” la notizia ridondante. L’inverno farà il proprio corso come ogni anno, più o meno freddo, più o meno nevoso, in accordo con i caratteri peculiari del clima del Mediterraneo e con sfaccettature, variabili da stagione a stagione, che nessuno, allo stato dell’arte, può cogliere con sicurezza. Al momento possiamo solo affermare che con buona probabilità supereremo la prima decade di dicembre con pochi scossoni: con un Vortice Polare piuttosto forte ed in presenza di elevate velocità zonali, un coriaceo anticiclone dominerà la scena europea, favorendo una lunga serie di giornate contraddistinte da un ampio soleggiamento in un contesto termico piuttosto gradevole per la stagione. Gli impianti sciistici su Alpi ed Appennini dovranno ancora attendere prima di godere di un adeguato innevamento. Per programmare Natale e Capodanno, invece, sarà opportuno aspettare ancora qualche settimana. Diamo il tempo necessario alla Scienza di progredire, non bruciamo le tappe. Buon Inverno a tutti!

ANDREA BONINA

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Il blog di MeteoBronte è a cura di Andrea Bonina, laureato in Geologia presso l’Università di Catania. Nel 2014 è stato consulente del Comune di Bronte in materia di meteorologia.

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